Scritto da Giuliano Urbani • gen 2023
di Giuliano Urbani
Il caro amico Raffaele Perrone Capano mi ha chiesto di formulare un breve ricordo di Franco Frattini, che ci ha lasciato improvvisamente nelle giornate addietro. Ho aderito molto volentieri al suo invito, anche perché a Franco sono stato molto legato. Il fatto è che Franco è stato, nella creazione di Forza Italia, uno degli uomini di maggior valore e di gradevolezza umana, al quale mi sono sentito più vicino. Non uno screzio, non una gelosia fuori luogo. Soltanto una bella compagnia fatta di molte occasioni di buonumore e costruttività.
Due le tappe più significative di questo itinerario:
a) la rapidissima ascesa e affermazione che dal Governo lo ha portato fino alla carica di Commissario europeo;
b) la altrettanto dignitosa ma significativa uscita di Franco dalla politica con l’arrivo del Governo Monti.
Molti hanno dipinto Franco come uno degli uomini migliori vicini a Silvio Berlusconi. Certamente lo è stato, ma altrettanto certamente non come esponente di partito; anche perché egli fin dall’inizio si legò molto e soprattutto a Gianni Letta, e ciò per varie ragioni: un po’ per affinità culturale e umana, un po’ per l’innato moderatismo che ha sempre distinto Franco nella sua partecipazione alle vicende politiche. Franco Frattini è entrato in Forza Italia con il primo governo Berlusconi, in qualità di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Lo sorreggeva una solidissima cultura giuridica, che lo assistette molto e gli consentì di affrontare tutte le problematiche tipiche della Presidenza del Consiglio. Franco ha manifestato fin dagli inizi, un raro senso dello Stato, della cosa pubblica e in generale delle Istituzioni. Stiamo parlando di virtù purtroppo rare nel panorama pubblico italiano e quindi tanto più importanti e cruciali.
Non dimenticherei un aspetto che può apparire assolutamente secondario, ma che fu invece estremamente rilevante nelle sedi politiche: il suo amore infinito per gli sport invernali, cosa che gli consentì di inserirsi negli eventi politici più consueti e normali, senza l’alterigia di un gran commis dello Stato. Io credo che personaggi così dovremmo “stamparne” quanti più possibile; purtroppo lo stampino è raro. Questo amore per gli sport invernali gli consentì di svolgere un ruolo di grande rilievo nella regione Trentino-Alto Adige dove fu candidato ed eletto deputato nel collegio uninominale di Bolzano. Un dato tutt’altro che formale, poiché svolse un’intensa attività parlamentare in pieno accordo con i colleghi espressi dalla comunità di lingua tedesca.
Come ho accennato all’inizio Franco Frattini è stato uno dei personaggi più significativi nel consolidamento di Forza Italia come elemento centrale dei governi di centrodestra guidati da Silvio Berlusconi. Occorre aggiungere che proprio nell’esercizio dell’azione di governo la figura di Franco Frattini si pone in continuità con la tradizione politica liberale che va da Cavour a Giolitti, e poi a Croce e ad Einaudi, indi a Malagodi e ad Altissimo. Un’esperienza che pure in tempi tanto diversi non indulgeva alla ricerca del facile compromesso, che tante volte nell’arco della nostra storia unitaria è sfociato nel consociativismo. Franco al contrario, cercava nel confronto parlamentare un punto di equilibrio, in cui anche le forze di opposizione potessero riconoscersi. Alla fine del 2011, in seguito alla caduta del governo Berlusconi in cui Frattini era stato Ministro degli esteri, e alla nascita di un governo tecnico presieduto dal Prof. Monti, che aveva registrato la rottura del centro-destra, Frattini riprese a svolgere la propria attività di giudice amministrativo.
Il Consiglio di Stato ha mostrato di apprezzare l’azione svolta da Frattini nell’esercizio del proprio ruolo, chiamandolo agli inizi del 2022 alla Presidenza del massimo organo di giustizia amministrativa.
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